VI DOMENICA DI AVVENTO |
Anno C – Rito Ambrosiano Liturgia della Parola di domenica 20 dicembre 2015 Divina maternità di Maria Domenica dell’Incarnazione
LETTURA, Isaia 62,10–63,3b Dite alla figlia di Sion: Ecco, arriva il tuo Salvatore SALMO 71 (72) Rallegrati, popolo santo; viene il tuo Salvatore. EPISTOLA, Filippesi 4,4.9. Rallegratevi, il Signore è vicino! VANGELO, Luca 1,26-38. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù – In quel tempo. 26L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia, il Signore è con te». 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito santo scenderà su di te, e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». (Immagine: Annunciazione, Arcabas)
Per meditare…
La chiesa della tenerezza (Luigi Verdi)
La chiesa della tenerezza ha pietà negli occhi, ha dolcezza nelle parole, tenerezza nei gesti. Si nutre del silenzio, si ferma e accarezza i volti. La chiesa della tenerezza ha la pelle che conosce il brivido, e bagna il suo volto di lacrime. Guarda negli occhi la vita senza paura, tiene acceso il fuoco e lascia soffiare il vento. La chiesa della tenerezza è povera e timida col cestino per le offerte in cui qualcuno ha messo l’unico spicciolo che aveva. Rassetta ciò che è logoro, raccoglie ogni vita che con dolore aggiunge un cerchio alla luce, perché nulla vada perduto. Una chiesa che apre squarci per penetrare la notte.
A tutti i frammenti di Maria,
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